REGGIO EMILIA - BERLINO  2014

Diario

27 febbraio

Entravano con un nome, uscivano con un numero

Giovedì ventisette febbraio ci siamo recati presso il memoriale del campo di concentramento di Ravensbruck, che dista da Berlino circa cento chilometri.Nasce nel 1939 come campo di concentramento femminile, successivamente ingrandito a causa dell’elevato numero di deportate in gran parte polacche e francesi. Subito dopo la fine della guerra fu liberato e occupato dai soldati sovietici, i quali hanno venduto le baracche per riutilizzarne i materiali.

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Lacrime da asciugare

Freddo, silenzio, estraniarsi dal mondo,voglia di giocare ma grigio ovunque, libera interpretazione, libera come le anime a cui è intitolato il monumento. La pioggia rende tutto più speciale e profondo. Le gocce attaccate a quelle lastre di cemento armato mi ricordano delle lacrime che desidero tanto asciugare...  

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Colpito nell'anima

La visita al campo di Sachsenhausen per me è un avvenimento molto forte, mi ha colpito nell'animo. Vedere quante persone hanno sofferto, quante hanno lavorato ardemente per poi finire in cenere, colpisce l'animo di tante persone. Ne ho parlato anche con i miei compagni di classe, anche loro ne sono rimasti colpiti, pure quelli con l'animo più duro.

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