REGGIO EMILIA - AUSCHWITZ  2015

Diario

20 febbraio

Video del contributo di Malia alla commemorazione

Video del contributo di Malia alla commemorazione ad Auschwitz-Birkenau 

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Amo chiamare il tuo nome

Abbiamo immaginato l’emozione, il dolore di Alice, dopo la partenza del marito. Il 22 febbraio del 1944, Oreste fu deportato ad Auschwitz con altri 9 ebrei reggiani. Arrivò qui dopo essere stato sottratto dalla sua abitazione in via Monzermone a Reggio. Dopo questa esperienza di viaggio, la storia di Oreste, che abbiamo conosciuto in occasione del laboratorio sulle pietre d'inciampo, è diventata parte di noi. Amo chiamare il tuo nome, amo pronunciarlo: Oreste.Da quando ti hanno portato via dalla nostra città,

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Un insegnamento verso le cose giuste - Pensieri dopo la commemorazione

Sull'azione del Sonderkommando al Krematorium 4, il luogo della commemorazioneIo credo che l'azione che fecero gli schiavi che lavoravano nel crematorio sia un gesto estremamente giusto. Perché loro da un certo punto di vista stavano meglio, perché non dovevano lavorare ore al freddo e al gelo, ma dall'altra parte erano più sfortunati perché dovevano bruciare corpi di persone. E magari persone che conoscevano (parenti e amici), ma soprattutto dovevano vivere col pensiero che prima o poi sarebbero stati loro stessi bruciati in quei forni.

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Per sempre nella mia mente

Non mi sarei mai aspettato di provare tali emozioni, di capire, di sentire sulla mia pelle le sensazioni atroci che hanno provato. Ma visitando, percorrendo i luoghi mi sono immedesimato in loro. Il padiglione 27 del museo è stato il più emozionante e il più sconvolgente, un libro immenso, contenente un numero infinito di nomi. Resterà sempre nella mia mente. (Fra)Mi ha colpito il modo in cui un gruppo di persone sia riuscito a schiavizzare e umiliare altri esseri umani, togliendoli la propria dignità (Giuse)

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Camminare dove si è fatta la storia

 Quando siamo entrati nel campo e abbiamo iniziato il percorso, mi sono chiesta come hanno fatto queste povere vittime a resistere a queste torture.Penso che quella crudeltà abbia lasciato un marchio indelebile.Noi potevamo camminare nei campi tranquilli, mentre i deportati tremavano di terrore. Non potremo mai capire tale sofferenza.Pensavo che le emozioni avrebbero preso il sopravvento.

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