REGGIO EMILIA - AUSCHWITZ  2015

Diario

Secondo Turno

Rispetto

Non ho nulla da dire, nulla che non sia stato, almeno in parte, già detto o scritto. La mia potrebbe essere agghiacciante superficialità, ma credo, spero, che il motivo principale sia un senso di rispetto che mi auguro di non vantare invano. Cosa potrei scrivere io più di chi ha vissuto tutto questo? Patetiche elucubrazioni su quanto possa essere stato terribile, senza nemmeno poterlo immaginare. Dovrei cercare una risposta alla domanda che ogni cosa qui grida con disperazione, dagli alberi alle pietre, "perché“?

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Uno schiaffo

La visita al campo di sterminio di Auschwitz Birkenau è stata, sotto certi aspetti, una sorpresa, per me. Gli incontri che hanno preceduto il viaggio, i racconti di chi aveva già visitato il campo e le conoscenze storiche che avevo dell'accaduto avevano fatto sì che, nella mia mente, si andasse a generare una chiara idea di come sarebbe stato il tutto.

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Siamo diversi?

Crediamo di essere diversi dalle persone vissute 70 anni fa. La società si è trasformata, è vero, ma vedo ancora molta ipocrisia, che nei momenti di difficoltà è pronta a trasformarsi in odio. Persone contro le quali sacrifichiamo la frustrazione e le colpe della nostra passività sociale, perché è più facile far pagare agli altri il prezzo dei nostri errori e chiudere gli occhi.

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Erano Uomini

Il genere umano è capace di grandi atrocità penso che sia stato dimostrato numerose volte nel corso della storia. Per questo la mattina della visita pensavo che niente mi avrebbe stupito, in fondo avevo già sentito molti racconti, visto molte foto, ma nulla di tutto questo sarebbe mai stato in grado di prepararmi a ciò che ho visto in quelle stanze. Capelli, vestiti, scarpe, oggetti per noi oggi dati per scontati, come pettini, spazzole, occhiali. Vedere dal vivo tutto questo, per la prima volta mi ha fatto rendere conto, di ciò che è veramente successo in quel luogo.

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Il ruolo del passato

Ho visitato il campo di Auschwitz – Birkenau e Auschwitz 1, posso affermare che solo osservando, toccando o annusando non si può percepire granché. Ho calpestato quei suoli con degli scarponi, non ho neanche la minima idea che suono facciano i piedi nudi contro la terra, oppure come sia il sapore del sangue, l'odore della polvere da sparo. Non ho nemmeno bisogno di statistiche, perché un numero così vasto di persone non posso figurarmelo. Posso solamente ripercorrere il cammino da loro svolto, far scorrere le dita sul legno dei loro letti, o porte di prigionia.

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39 punti

Dopo la visita ad Auschwitz ho sentito il bisogno di non perdere niente di questa esperienza così ho iniziato a scrivere tutte le cose che avevo visto e che mi avevano colpita per poterle imprimere indelebilmente nella mia memoria.1. Prima delle camere a gas venivano invitati a lasciare le proprie cose in ordine per trovarle più facilmente.2. L'80% dei deportati che arrivano al campo venivano condotti subito alle camere a gas, gli altri erano considerati abili al lavoro e andavano nei campi.3. Solo tra Auschwitz 1 e 2 c'erano 5 camere a gas

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Jaddy was here

Chiunque entri nel campo degli uomini di Auschwitz II-Birkenau può trovare Jaddy.Jaddy si trova nella terza baracca, sul lato sinistro, su una delle travi portanti; lo si potrà vedere inciso contro il legno scuro, spiccherà chiaro contro i colori spenti di quella che è stata la casa, la stalla delle migliaia degli uomini a cui non è stato concessa la vita – tutti gli uomini che hanno subito la decisione finale.

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Un prezzo

Penso ai deportati che camminavano nel fango; i loro piedi, come i miei, che affondavano nel fango, nudi. Mai più sarebbero stati puliti. Si sente la morte qua.

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Ho pensato alla mia vita

Mi chiamo Yasmine, sono una ragazza di diciassette anni che vive la sua vita liberamente, con i suoi cari, andando a scuola e facendo ciò che si fa nell’età adolescenziale. Spesso alla mia età si dimentica di pensare a quei fatti avvenuti precedentemente, e che, comunque sia, hanno portato all’oggi e ci si pensa solamente nel momento in cui qualcuno arriva a parlarne: sentirlo a scuola, per telegiornale, dai familiari, da associazioni, magari perché è una ricorrenza…

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Troppi zeri

Devo dire che prima di venire qui mi ero preparato al peggio, per quanto sia possibile visto che al peggio pare non ci sia mai fine.Credevo di arrivare preparato alle emozioni che avrei potuto provare, credevo di vedere la rotaia di Birkenau, di passare sotto la scritta "ARBEIT MACHT FREI" Di Auschwitz e di vedere le camere a gas non dico senza tristezza, ma neanche provando quel senso di vuoto allo stomaco che da molti ho sentito dire...

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