Diario di viaggio
Il senso
Penso che questa foto racchiuda in sé il senso di questa giornata.
continuaI nomi dei luoghi
Lidice:Vuoto, tristezza, desolazioneAttesa di figli che non tornanoLa tua casa e il tuo paese distruttiRitornare a casa e non riuscire a parlare con tua madre Terezin:Paese fantasma, desolazione, vuotoUltima possibilità di vitaPassaggio per AuschwitzMorte Se siamo qui è perché il progetto dei nazisti non è riuscito:Helga ha disegnato, ha lasciato un segno, ha raccontato la sua storiaMaria, la testimone di Lidice ha ricordato la sua lingua e ha ricominciato a vivere
continuaUna città bloccata nel tempo
Terezin, una città bloccata nel tempo.Poche le persone per la strada, rari i negozi e i ristoranti, i giardini quasi deserti.Terezin, un ghetto un tempo sovraffollato, è diventata oggi una città quasi deserta, che ricorda il passato con dolorosi luoghi di memoria, con i resti di ciò che è rimasto, per non dimenticare una simile tragedia.
continuaI fiori
"Vi siete domandati perché alla fine della nostra visita a Terezin ci sia stato dato un fiore? Il fiore rappresenta da sempre la speranza, il futuro, la rinascita. Speranza come il bambino di Terezin che nella poesia "nostalgia della casa" ricorda casa sua come fiore di primavera; futuro come la natura che sopravvive l'uomo e alle sue atrocità; e rinascita come testimonia questa cittadina in cui ci troviamo che è rinata accanto alle sue stesse macerie.
continuaHans e il suo Brundibár
Si chiamava Hans Krása. Era un compositore. Nato a Praga nel 1849. Papà ceco, mamma ebrea tedesca. Allievo di Alexander von Zemlinsky, già giovanissimo si fa conoscere in tutta Europa come compositore: musica da camera, opere teatrali, canzoni, sinfonie. Diventa famoso. Nel 1938, assieme a Adolf Hoffmeister, inizia a scrivere un’opera per bambini per un concorso nazionale. L’ispirazione si chiama Aristofane, l’opera si chiama Brundibár. Vuol dire bombo, l’insetto impollinatore, quello che assomiglia alle api.
continuaPer i prigionieri politici
Con un pensiero speciale a Anppia Reggio Emlia e in particolare a Carlo Porta: A Praga c'è una strada che si chiama “Via dei prigionieri politici”. In questa strada c'è una lapide, sistemata sulla facciata del palazzo che ospitò la sede della Gestapo. Sulla lapide c'è scritto ...
continuaParole
Oggi siamo qui in rappresentanza di un gruppo di ragazzi che hanno voluto riportare, attraverso alcune frasi, ricordi e pensieri che rimarranno immersi nella nostra memoria… perché è di questo che si parla.Le Parole che secondo noi possono descrivere meglio l’esperienza sono queste: orrore, privazione, sofferenza, bestialità, repressione e inganno, fondamenti che permeavano i luoghi dell’orrore nazista.
continuaMi torna in mente
Eccoci qua. Cinque giorni fa una partenza, un viaggio. Oggi un ritorno. Conoscere i luoghi della violenza, i volti delle vittime e quelli dei carnefici porta a riflettere. Il primo istinto sarebbe quello di rifugiarsi tra le braccia materne, così come da bambina, protetta dagli orrori del mondo. Ma ecco che mi tornano in mente quelle madri e quei bambini di Lidice che non hanno potuto chiudere gli occhi davanti all'orrore nazista, che ha spazzato via le loro vite, così come le loro case.
continuaSia pace
Sia pace per le aurore che verranno,Pace per il ponte, per il vinoPace per le parole che mi fruganoPiù dentro e che dal mio sangue risalgonoLegando terre e amori con l'antico canto,E sia pace per le città all'albaQuando si sveglia il panePace al libro come sigillo d'ariaE pace per le ceneri di questi morti e di questi altri ancora.Pablo Neruda
continuaUna marea di emozioni
Che cosa è stato il Viaggio della Memoria per noi? Questo Viaggio, fino ad ora, è stato anzitutto una marea di emozioni. Quest’esperienza è formata da tanti momenti: dalla gioia della scoperta di un nuovo paese, alla tristezza del vedere i luoghi dove la violenza era legge, fino all’ammirazione suscitata in noi dalle vicende di donne e di uomini che si sono opposti e sono stati in grado di resistere e combattere.
continua