REGGIO EMILIA - TEREZIN  2016

Redazione degli studenti a Praga 2013
REGGIO EMILIA - TEREZIN  2016

Mi torna in mente

01.03.2016 |
Rachele Dvihally

Eccoci qua. Cinque giorni fa una partenza, un viaggio. Oggi un ritorno. Conoscere i luoghi della violenza, i volti delle vittime e quelli dei carnefici porta a riflettere. Il primo istinto sarebbe quello di rifugiarsi tra le braccia materne, così come da bambina, protetta dagli orrori del mondo. Ma ecco che mi tornano in mente quelle madri e quei bambini di Lidice che non hanno potuto chiudere gli occhi davanti all'orrore nazista, che ha spazzato via le loro vite, così come le loro case. Mi torna in mente la poesia di un bambino del ghetto di Terezìn, morto ad Auschwitz prima di compiere 15 anni, che racconta la perdita della sua infanzia dentro le sudicie mura della sua camerata. Mi torna in mente la finestrella nella cripta della chiesa da cui i soldati dell'operazione Anthropoid hanno visto entrare litri e litri d'acqua. L'acqua, sinonimo di vita, così come di morte quando ti trovi 2 metri sotto terra, senza uscite, con le pistole delle SS che ti impediscono di reagire. Sono cresciuta molto, camminando sui resti delle rotaie nella fortezza grande di Terezìn e attraversando l'arco con la scritta "ARBEIT MACHT FREI" nella fortezza piccola. Sono cresciuta troppo per dimenticare quel peso provato uscendo dalla camera a gas in cui 14751 persone, considerate inabili e quindi inutili, sono morte a Pirna e quel sollievo nel conoscere la storia di quei sette eroi dell'operazione Anthropoid hanno dato il via alla fine della guerra. Constatando questa crescita l'unica cosa che posso fare è sopprimere quella naturale voglia di lasciare il passato al passato e alzare la testa. Il passato non è solo passato. Il ricordo degli errori commessi è il primo passo per un futuro migliore.

  • I ragazzi del Viaggio davanti al memoriale al forno crematorio di Terezin
    I ragazzi del Viaggio davanti al memoriale al forno crematorio di Terezin