Ho partecipato già un'altra volta ad una visita di un campo, Dachau, al tempo ero in terza media. Non dico di aver avuto tutta questa maturazione psicologica, ma posso certamente affermare che rispetto a quattro anni fa potrei riflettere meglio su quello che significa visitare un campo di concentramento, che nel caso di questo nostro Viaggio della Memoria è Terezin. Sconvolgente è quello che ci hanno illustrato già dalle prime lezioni a scuola, ovvero che questo campo fu utilizzato dal regime nazista come "prova" visibile di vita serena degli internati agli occhi dapprima della Croce Rossa e poi del mondo intero; purtroppo ciò che veniva mostrato e ostentato nei film propagandistici degli anni Quaranta non apparteneva per niente alla realtà effettiva, ma al contrario tutti coloro che sfortunatamente vi erano rinchiusi vivevano di stenti, di fatiche atroci e di soprusi. Proprio come in tutti gli altri campi, qualcuno potrebbe affermare. Certo, forse proprio come in tutti gli altri campi, ma vorrei riportare un'altra cosa di cui hanno parlato proprio oggi durante la visita e che mi ha lasciato molto amareggiato: il gusto sadico delle guardie naziste di Terezin, in particolare del comandante del campo. Ad esempio, quando per posta arrivavano al campo piccoli oggetti che dovevano essere consegnati agli internati, come sigarette, sapone, fiammiferi, i soldati e il comandante in prima persona servivano per pranzo ai destinatari zuppa piena di questi oggetti e nonostante tutto veniva comunque consumata, per la tremenda fame che attanagliava le viscere dei rinchiusi, naturalmente. Impressionante. Non posso pensare a qualcosa di peggiore che prendersi gioco di quelle persone già ridotte non solo alla fame, ma a vivere di stenti e di espedienti. E invece, proprio quando sembra che questa potesse essere stata l'unica beffa dei nazisti, ci viene spiegato che agli ebrei rinchiusi era stato ordinato di costruire una piscina per le SS che vivevano vicino al campo con le famiglie e che, una volta terminata, erano costretti a sfilare davanti a queste "normali" famiglie tedesche durante i loro momenti di svago in piscina mentre venivano portati sul posto di lavoro o sul patibolo. Ho sempre pensato che i nazisti fossero dei freddi calcolatori, imperterriti soldati, spietati nel momento in cui dovevano far rispettare le loro folli leggi del lager. E invece cosa scopro proprio oggi, proprio nel luogo che fu eterna tomba di migliaia di persone? Che si prendevano gioco di quelle persone che avevano condannato alla tortura eterna, che si divertivano a vedere soffrire ancora di più quegli uomini a cui avevano strappato vita, famiglia e dignità, che sfogavano il loro sadismo più nascosto sui deboli, su coloro che oramai non potevano più difendersi, persa ogni forza a causa del durissimo regime del campo.
Ciò che ho scritto, per quanto scontato possa sembrare, è ciò che ho pensato durante la visita al campo di Terezin di oggi, 28 Febbraio 2013, pieno di dolore pensando alle persone che dovevano patire questi soprusi, pieno di rabbia pensando ai folli che le tenevano al giogo come bestie. Ma chi erano davvero le bestie? Coloro che seguivano ciecamente le parole dissennate di un carnefice, privi di qualsiasi compassione, privi di qualsiasi rammarico, privi di qualsiasi sentimento umano, o coloro che ridotti a un mucchio di stracci e ossa, deboli come bambini, avevano ancora un cuore pulsante e un filo di forza che ancora li teneva appesi alla speranza di un futuro di libertà?