REGGIO EMILIA, 22 gennaio 2013 – Partigiana ebrea nella Polonia occupata, deportata ad Auschwitz, fondatrice del museo per gli eroi del ghetto, ancora oggi impegnata per la memoria e la pace, ad 88 anni.
Havka Folman Raban, 88enne israeliana di origine polacca, è una figura di altisismo livello, che in questi giorni ha incontrato gli studenti delle scuole superiori reggiane quegli studenti che fra febbraio e marzo prenderanno parte al Viaggio della Memoria di Istoreco, nel 2013 diretto a Praga e al campo di Terezin.
Nella mattinata di martedì 22 gennaio Havka Folman Raban ha parlato al teatro Cavallerizza, nel centro di Reggio, davanti a quasi 400 fra ragazze e ragazzi delle scuole cittadine. Lunedì era intervenuta all’Istituto Canossa e mercoledì 23 sarà invece a Correggio, al teatro Asioli.
Con lei, sul palco, Giacomo Notari, presidente provinciale dell'Anpi, che ha salutato i ragazzi ricordando l'importanza della memoria, e Matthias Durchfeld di Istoreco, coordinatore del Viaggio della Memoria.
Havka Folman Raban, nata nel 1924, giovane militante sionista socialista di Varsavia, dal 1940 al 1942 ha combattuto nella resistenza ebraica in Polonia, con un incarico pericolosissimo, quello di staffetta fra i ghetti delle varie città occupate, sfruttando il suo aspetto, molto simile a quella di una ragazza polacca non ebrea.
Anche la sua famiglia, i genitori ed i fratelli, si sono tutti impegnati nella resistenza e sono tutti morti in quegli anni, con l’eccezione della madre.
Nel dicembre 1942 Havka partecipa a Cracovia ad un attentato della resistenza ebraica, che porta all’uccisione di alcuni ufficiali delle SS, ma anche alla cattura di tutti i partigiani coinvolti. A 18 anni viene quindi imprigionata e poi deportata ad Auschwitz/Birkenau, dove rimarrà per due anni terribili sino alla liberazione del gennaio 1945.
Nel 1947 Havka si è trasferita in Israele, partecipando alla costruzione di uno dei primi kibbutz del periodo nel nord del paese, ed è fra le fondatrici del Ghetto Fighters’ Kibbutz in Israele, e del primo museo della Shoah. Ancora oggi è impegnata con costanza in questa sua opera a favore della memoria e della pace, incontrando giovani di tutta Europa. In Israele, lavora a stretto contatto con i giovani del suo paesi, di origine araba come ebraica.
Havka ha parlato della sua vita, delle sue battaglie, dell'impegno, della cattura e del tremendo viaggio della morte che dovettero affrontare migliaia di prigionieri nazisti, costretti a viaggiare a piedi dai campi polacchi a quelli tedeschi alla fine della Guerra.
Ma anche della ricostruzione, della voglia di vivere che non l'ha mai abbandonata, nella costruzione dei primi kibbutz come nella progettazione del primo museo della Shoah, e del suo costante impegno per la memoria ed il dialogo.
Adriano Arati - Comunicazione Viaggio della Memoria