La seguente riflessione é stato elaborato durente il workshop "Parole sporche" dagli studenti del Liceo Moro con Lorenzo Guadagnucci ed Andrea Mastrangelo.
Quando si parla di intraprendere il Viaggio della Memoria si entra forse nel capitolo della storia più terribile e crudo.
Anzi, sicuramente.
Questo viaggio non è stato una semplice gita: ci ha fatto capire fino a che punto possono arrivare l’odio ed il disprezzo dell’ uomo.
Odio verso persone “diverse”.
Abbiamo provato a riflettere sulle cause scatenanti di questo odio; la domanda che ci siamo posti è stata : come si può scivolare dallo stereotipo al razzismo?
Il razzismo. Agli occhi di noi ragazzi apparentemente sembra essere un problema che lentamente si allontana dalla nostra società sempre più multietnica,toccandoci sempre meno. Si tratta forse di ingenuità? Semplice disinformazione?
In realtà in ognuno di noi c’è un minimo di diffidenza e paura verso ciò che oggi riteniamo il “diverso”.
Stereotipi ovunque, alla televisione, sui giornali. Dilagano nei media, apparendo ai nostri occhi come la normalità . Siamo ormai abituati a definire il tedesco alto biondo e mangia wurstel, le donne impedite alla guida, i genovesi tirchi. Tutto è frutto di pregiudizi che non necessariamente vengono partoriti maliziosamente.
Dal pregiudizio all’avversione sistematica il passo breve.
Basti pensare ad altri stereotipi di cui siamo in possesso come la definizione che diamo agli immigrati di fuorilegge e criminali.
Questa generalizzazione può spingerci a creare un pensiero distorto della realtà dei fatti (sicuramente non paragonabile all’odio conosciuto nella prima metà del ‘900) portandoci a pensare agli “altri” come gruppi o categorie diversi da noi e non come persone.
L’unico modo per contrastare questo processo è conoscere le persone soggette alla nostra diffidenza scoprendo magari che non tutti sono come noi li pensiamo.
È possibile correggere questi stereotipi? La nostra non è una risposta definitiva: basterebbe impegnarsi a conoscere, ascoltare chi ci sta davanti. In fondo il diverso è davvero diverso? E se anche così fosse , sarebbe sbagliato?
Gianluca Bellocchi, Samuele Ferretti, Sabrina Pellacini, Luca Storchi del Liceo Aldo Moro, 4B