Storie belle e terribili, di resistenza, coraggio, amore ma anche di paura e disperazione, che i giovani reggiani hanno avuto l'opportunità di conoscere direttamente. Parlando anche con alcuni testimoni, come due delle pochissime donne (allora ragazze) sopravvissute all'annientamento di Lidice. Un'opportunità rara, quella della conoscenza diretta, che gli studenti reggiani hanno particolarmente apprezzato.
Dell'importanza della Memoria, e del lavoro per mantenerla viva, ha parlato Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio, che ha partecipato al Viaggio nel terzo turno, assieme ad altri colleghi di uno degli enti che con maggior forza sostiene il Viaggio stesso. Al termine dell'esperienza, alla commemorazione a Lidice, ha raccontato: «Mi è stato chiesto da alcuni studenti chi fossi. Ho detto che sono la presidente della Provincia, ente che cofinanzia il viaggio della memoria. Uno studente spontaneamente mi ha risposto che quei soldi sono comunque i soldi di tutti e non della Provincia». E «quella che può sembrare una risposta irriverente in realtà mi è piaciuta, mi ha rassicurata: il nostro sostegno di questo progetto importantissimo è richiesto dai ragazzi stessi, ovverosia è un nostro dovere. In più mi ha dato l'opportunità di esprimere il mio dispiacere. Proprio condividendo l'interpretazione del ragazzo devo infatti constatare che tanti altri enti pubblici italiani, purtroppo, non investono così fortemente nella cultura e nella politica della memoria».
La Masini, nei giorni precedenti, era nel gruppo reggiano che ha incontrato Miloslava Kalibova, una delle sopravvissute di Lidice. Un momento in cui il tema della Memoria è venuto fuori con forza, come spiega Massimo Storchi di Istoreco. Al termine, Miloslava «ci ringrazia e nel salutarci ci dice una delle cose che la rendono ancora più serena: i suoi nipoti hanno conosciuto la sua storia e sono impegnati per diffonderla e difendere quei diritti che in lei furono distrutti».
Siamo qui a Lidice, il luogo. Con noi Miloslava, la memoria. E' il nostro percorso, la strada che Istoreco percorre da anni. Vivere i luoghi del dolore e della vergogna e sentire le parole, vedere i visi di chi ha vissuto quella vicenda. Ascoltare i testimoni, gli ultimi, prima che il tempo ce li porti via.
«Quella che avete visto e sentito raccontatelo ai vostri figli, questo il compito che cerchiamo di svolgere giorno per giorno. Con le scuole, con i cittadini, con le istituzioni. Per creare cittadinanza, per completare la formazione di giovani e, attraverso loro, anche delle loro famiglie», conclude Storchi.