Ieri per la seconda volta sono tornata a Terezin, ancora una volta mi sono emozionata, ma in modo diverso; diversi sono stati i tipi di sentimenti, diversa la loro intensità. La prima volta che ci sono andata era estate, un giorno afoso, nel paese il sole confondeva l'asfalto e le case, il cielo e i campi: ho provato tanta rabbia per un'ingiustizia così inutile, così paurosamente studiata nei minimi dettagli, ma non sono riuscita a prendere pienamente coscienza di quello che stavo vedendo.
Solo ieri, ritornataci in inverno, dove questa volta era il freddo ad avvolgere il freddo nella sua bianca atmosfera, solo ieri penso di aver capito un po' di più il sentimento di angoscia e rassegnazione vissuto da migliaia di persone. Non è più rabbia la mia, ma incredulità per qualcosa che nessun uomo o donna avrebbe mai immaginato di poter vivere o poter raccontare.