Credo fortemente che non dobbiamo farci schiacciare dal peso del passato: quello che è successo è terribile, ma se vogliamo davvero onorare la memoria dobbiamo combattere oggi, perché ovunque ci siano persone trattate come nei ghetti non c’è memoria.
È impossibile comprendere di tutte quelle persone… ciò che hanno vissuto è troppo tragico anche solo per essere anche solo immaginato.
Il passato ormai è andato, nessuno lo può restituire. Dobbiamo ricordare quelli che non ce l’hanno fatta e quelli che oggi non ci sono più. Dobbiamo però ricordare anche i sopravvissuti, coloro che hanno trovato la forza di raccontare la loro storia, e che ogni anno vivono tristi ricordi per renderci consapevoli.
È un’esperienza da fare a mio parere, da fare adesso che siamo giovani, adesso che siamo aperti anche mentalmente. Credo che sia fondamentale per noi giovani percepire questi momenti e renderli nostri. Il viaggio è uno solo, ma i ricordi che rimangono sono molteplici, ognuno ha i suoi ed è bello che ci siano momenti di condivisione di essi. Dai ricordi degli altri possiamo tutti imparare e poi renderci conto che ciò che ci è stato è un “bagaglio” fondamentale, anche per capire meglio alcuni dei problemi della nostra società.
Credo che sia valsa la pena aver vissuto l’esperienza assieme alla classe 5° A. Esperienza comune ma anche individuale, perché ognuno ha seguito il suo percorso, riflettuto su quel dolore che a distanza di 70 si percepisce ancora, su quella terra martoriata di vite preziose.
Una pagina della storia che vale la pena vivere sul posto, e non solo di leggere su un libro di scuola.
In conclusione, nonostante il freddo che gela le vene, dobbiamo camminare nella storia per aver ben vivido il ricordo di ciò che è accaduto.
Il futuro non si cancella !