Capelli biondi, alto, muscoloso, maestro di scherma, amante delle macchine decappottabili e proprietario di un castello; non è la descrizione dell’ultimo rampollo apparso sulle copertine dei giornali scandalistici. Sto parlando di Reinhard Heydrich, il numero due delle SS.
Quest’uomo era talmente convinto dell’inferiorità dei cechi da preferire un chirurgo senza occhiali, però tedesco. Gioco di parole a parte, facciamo un passo indietro. Nel 1941 Hitler mandò Heydrich a Praga per imporre il suo pugno duro sulla popolazione, a suo avviso, troppo libera.
Il gerarca nazista non piaceva ai ai praghesi anzi li intimoriva, e lo stesso vale per Londra, dove aveva sede il governo cecoslovacco in esilio. Per questo, da Londra vennero organizzati diversi piani per attaccare Heydrich e il 27 maggio del 1942 venne attuata l’operazione Anthropoid (letteralmente distruggere ciò che è umano).
Sono le 10.30 del mattino e Jan Kubis e Jozef Gabcik attendono la loro vittima che, come ogni mattina avrebbe raggiunto il suo ufficio passando per quella che oggi si chiama proprio “curva di Heydrich”. Arriva il segnale e Gabcik non spara: si è inceppato il mitragliatore. A quel punto entrano in scena le bombe a mano di Kubis che riesce a procurare al “Boia di Praga” un’infezione che si rivelerà mortale solo dopo sei giorni dall’attacco dei resistenti.
L’ottusità del numero due delle SS, come dicevo, era tale per cui, seppure l’operazione Anthropoid fosse avvenuta proprio di fronte ad un ospedale ceco, il generale non voleva farsi operare da mani impure e cercò di far arrivare all’ospedale un chirurgo tedesco che, si dimenticò gli occhiali.
Poco importa, è sotto gli sguardi attenti dei seguaci di Heydrich e di fare conoscere il suo handicap non se ne parla, che fare? Opererà comunque, costringendo poi i medici cechi a sistemare comunque il lavoro frettoloso del chirurgo tedesco. Tragicomiche? Si, dico io! Non c’è niente di più ridicolo e impacciato di un comandante delle SS in una decappottabile nera.