REGGIO EMILIA - BERLINO  2014

Diario

Diario di viaggio

Ora tocca a noi ...

Questo viaggio ci ha permesso di crescere interiormente e di ampliare così il nostro bagaglio culturale e personale, riguardo l'accaduto. Come dice Primo Levi, "se comprendere è impossibile, crescere è necessario", perchè fino a quando non si visitano questi luoghi importanti non si può capire il patimento, l'umiliazione, la spersonalizzazione provata nel tempo dai prigionieri e quello che li ha spinti a non parlare per molti anni.

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R-esistere

Io, il mio fiore l'ho messo in mezzo alle pietre, dove c'erano i dormitori, ho tolto le pietre, ho piantato il fiore e ho rimesso le pietre intorno per tenerlo su, come simbolo di resistenza. Spero che quel fiore resista come resisterà il ricordo di ciò che è accaduto. Resistere sempre è ciò che mi ha lasciato questo viaggio. Resistere - Esistere. "La diffidenza porta al disprezzo, il disprezzo porta alla violenza e la violenza alla distruzione" come ci ha detto Salvo al campo di concentramento. Quindi, ricordate, informatevi, scoprite, resistete, e non dimenticate mai nulla di tutto questo. Il futuro non si cancella!

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Indifferenza e omertà

Siamo sempre stati abituati a vedere una sola persecuzione.Da oggi ricorderemo anche la seconda:l’indifferenza e l’omertà di chi ha cercato di non vedere. Sui libri si parla di ebrei, di partigiani, delle grandi uccisioni di massa, delle leggi ingiuste e abominevoli antisemite, ma nessuno parla delle vite degli uomini sopravvissuti all’olocausto che vengono abbandonate, senza essere approfondite.Durante questo viaggio abbiamo potuto ricordare i fatti guardandoli da un’altra prospettiva.

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Smarrimento ed instabilità

Il monumento agli ebrei europei sterminati ci ha sorpreso, non ce l'aspettavamo. Non sapevamo nulla di questo monumento, ci ha colpito per la sua vastità, che racconta bene l'enormità di quanto è accaduto, di tutti quei morti.E per il senso di smarrimento, e di instabilità, che comunica. Però ho provato anche del fastidio. Abbiamo visto delle ragazze correre sulle pietre, ci è sembrata una mancanza di rispetto per quello che il monumento rappresenta.  

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Qualcosa di sbagliato

Sono tornata nel luogo della morte, ho ricalpestato il suolo del mio genocidio attraverso gli occhi degli altri. Sono entrata nei corpi di coloro che vengono qui, per respirare ancora l'aria pesante di decenni fa. Ho capito, di nuovo, che c'è qualcosa di sbagliato dentro di me, di voi. Mi sono resa conto che le generazioni non dimenticano ma non ricordano, rivivono il passato con terrore ma lo rincarnano in ogni loro "mi hai lasciato in un oceano di filo spinato, io ti ho dato un prato di viole e tu cemento armato" (Il Cile – Cemento Armato).

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Videodiari del secondo turno dal 26 al 28 febbraio 2014

Per la prima volta il Viaggio della Memoria degli studenti reggiani sará documentato anche tramite un Videodiario. All'interno la breve docu del mercoledì 26 febbraio 2014.

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Voglia di capire

 Il 17 febbraio siamo partiti per il Viaggio della Memoria con tanta voglia di capire meglio cosa ha portato l'uomo ad essere crudele e ostile nei confronti di povera gente che non aveva fatto niente.Dopo una serie di visite molto interessanti sull'Olocausto, finalmente oggi abbiamo avuto l'occasione di guardare con i nostri occhi cosa davvero significava essere deportati. Cosa che comunque avevamo già capito dalle testimonianze al teatro Ariosto di Mirella e Fania.

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Mi sono piaciute le visite

 Berlino mi ha molto colpito, è piena di monumenti, nonostante la distruzione subita nella seconda guerra mondiale.Mi sono piaciute le visite guidate, tutte mirate. Ho poi notato i tanti stili diversi di architettura di Berlino, paradossalmente è una città molto aperta, ci sono più immigrati che tedeschi a viverci.

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La risposta

 Possiamo definire il viaggio della memoria come un insieme di emozioni contrastanti, visto che ogni singola situazione provoca un misto di sentimenti che vanno dall’angoscia al senso di interesse, responsabilizzando le nuove generazioni al fine di non dimenticare questi tragici avvenimenti.

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Un silenzio indimenticabile

 A distanza di anni, entrando a Ravensbrück si percepisce ancora lo strazio patito da migliaia di persone. Anche se non abbiamo vissuto in prima persona questa vicenda, grazie alle spiegazioni date dalle guide e le visite ai musei siamo riusciti a capire che l’uomo in alcune situazioni è capace di atrocità inimmaginabili. Ricorderemo sempre il profondo silenzio percepito nel campo, infatti questo posto all’apparenza tranquillo è stato luogo di sofferenze.

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