REGGIO EMILIA - BERLINO  2014

Diario

Primo Turno

Videoracconto - La mia visita a Sachsenhausen

 

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Ricordare senza chiudere gli occhi

Cinque giorni, cinque diversi e distinti giorni, che se presi in una situazione normale sono solo cinque giorni, ma durante il Viaggio della Memoria a Berlino quei cinque giorni non sono così banali come possono sembrare.

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Ora tocca a noi ...

Questo viaggio ci ha permesso di crescere interiormente e di ampliare così il nostro bagaglio culturale e personale, riguardo l'accaduto. Come dice Primo Levi, "se comprendere è impossibile, crescere è necessario", perchè fino a quando non si visitano questi luoghi importanti non si può capire il patimento, l'umiliazione, la spersonalizzazione provata nel tempo dai prigionieri e quello che li ha spinti a non parlare per molti anni.

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R-esistere

Io, il mio fiore l'ho messo in mezzo alle pietre, dove c'erano i dormitori, ho tolto le pietre, ho piantato il fiore e ho rimesso le pietre intorno per tenerlo su, come simbolo di resistenza. Spero che quel fiore resista come resisterà il ricordo di ciò che è accaduto. Resistere sempre è ciò che mi ha lasciato questo viaggio. Resistere - Esistere. "La diffidenza porta al disprezzo, il disprezzo porta alla violenza e la violenza alla distruzione" come ci ha detto Salvo al campo di concentramento. Quindi, ricordate, informatevi, scoprite, resistete, e non dimenticate mai nulla di tutto questo. Il futuro non si cancella!

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Indifferenza e omertà

Siamo sempre stati abituati a vedere una sola persecuzione.Da oggi ricorderemo anche la seconda:l’indifferenza e l’omertà di chi ha cercato di non vedere. Sui libri si parla di ebrei, di partigiani, delle grandi uccisioni di massa, delle leggi ingiuste e abominevoli antisemite, ma nessuno parla delle vite degli uomini sopravvissuti all’olocausto che vengono abbandonate, senza essere approfondite.Durante questo viaggio abbiamo potuto ricordare i fatti guardandoli da un’altra prospettiva.

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Voglia di capire

 Il 17 febbraio siamo partiti per il Viaggio della Memoria con tanta voglia di capire meglio cosa ha portato l'uomo ad essere crudele e ostile nei confronti di povera gente che non aveva fatto niente.Dopo una serie di visite molto interessanti sull'Olocausto, finalmente oggi abbiamo avuto l'occasione di guardare con i nostri occhi cosa davvero significava essere deportati. Cosa che comunque avevamo già capito dalle testimonianze al teatro Ariosto di Mirella e Fania.

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Mi sono piaciute le visite

 Berlino mi ha molto colpito, è piena di monumenti, nonostante la distruzione subita nella seconda guerra mondiale.Mi sono piaciute le visite guidate, tutte mirate. Ho poi notato i tanti stili diversi di architettura di Berlino, paradossalmente è una città molto aperta, ci sono più immigrati che tedeschi a viverci.

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La risposta

 Possiamo definire il viaggio della memoria come un insieme di emozioni contrastanti, visto che ogni singola situazione provoca un misto di sentimenti che vanno dall’angoscia al senso di interesse, responsabilizzando le nuove generazioni al fine di non dimenticare questi tragici avvenimenti.

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Un silenzio indimenticabile

 A distanza di anni, entrando a Ravensbrück si percepisce ancora lo strazio patito da migliaia di persone. Anche se non abbiamo vissuto in prima persona questa vicenda, grazie alle spiegazioni date dalle guide e le visite ai musei siamo riusciti a capire che l’uomo in alcune situazioni è capace di atrocità inimmaginabili. Ricorderemo sempre il profondo silenzio percepito nel campo, infatti questo posto all’apparenza tranquillo è stato luogo di sofferenze.

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Un angoscia che nemmeno riusciamo a capire

 “Ravensbrück ci appare davanti” (Lidia Beccaria) come lo scenario di ciò che è stato trapassato dal tempo, dagli eventi, dalla storia dell’umanità e delle donne che durante la seconda guerra mondiale sono state strappate dalle loro case e dalla loro vita. Camminando su quei sassi e chiudendo per un attimo gli occhi, nemmeno lontanamente l’immaginazione poteva portarci a provare quelle sensazioni.

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