Con grande orgoglio, vi presentiamo l’intervento di Kim Montruccoli, uno degli studenti del Viaggio 2016 a Praga, letto durante le commemorazioni per il 25 aprile in piazza a Reggio Emilia, a fianco del sindaco Luca Vecchi del Comune di Reggio nell'Emilia, del presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, del presidente del Senato Pietro Grasso, del presidente di ANPI Provinciale Reggio Emilia Ermete Fiaccadori, della presidente di Istoreco Simonetta Gilioli e delle autorità cittadine.
Buongiorno a tutti.
Mi chiamo Kim Daniel Montruccoli, uno studente del Motti che ha partecipato al terzo turno del Viaggio Della Memoria 2016.
Vorrei innanzitutto ringraziare Istoreco e tutti quelli che mi hanno permesso di essere qui sul palco a parlare delle mie esperienze, raccolte in un viaggio durato 5 giorni attraverso Praga, nella Repubblica Ceca, Terezin, Lidice e il Centro di Recupero per Malati Mentali a Pirna, Germania.
Come potete vedere non sono uno studente diverso da qualsiasi altro. Vado a scuola, torno a casa, esco con gli amici… tuttavia condivido un piccolo particolare con gli altri mille ragazzi che hanno fatto il viaggio con me: oggi sono un messaggero, un ragazzo che ha visto e vuole raccontare.
“L’opposto di amore non è l’ odio ma l’indifferenza” scrive Elie Wiesel, scrittore americano sopravvissuto allo Shoah. Ed è con queste parole che oggi vi invito ad ascoltare, non dimenticare e raccontare, per tenere viva la fiamma della memoria.
Inizio così parlandovi di Terezin, una città-fortezza che è stata usata come ghetto e primo campo di concentramento, divenuto in seguito un centro di stoccaggio per gli ebrei prima che venisse applicata la Soluzione Finale. Era stata pensata per contenere circa 3.000 persone ma i Nazisti “riuscirono” a farcene stare 30.000, dieci volte tanto. Attirati dalla falsa promessa di una città, una valuta e un governo loro, Terezin veniva mascherata al mondo come il Paradiso degli Ebrei, bugia rafforzata da un video di propaganda che li mostrava felici, come se avessero trovato il loro posto nel mondo. I giorni precedenti, oltre 7.500 ebrei “impresentabili” vennero deportati ad Auschwitz per fare posto e non far sembrare Terezin così affollata.
Vi parlo poi di Lidice, la città… il posto, che più mi è rimasto impresso. Parlo di posto perché, dopo l’attentato a Reinhard Heydrich (Capo delle SS, conosciuto come il Boia di Praga e creatore della Soluzione Finale) nel 27 Maggio 1941, i Nazisti cominciarono a cercare gli organizzatori e, dopo aver intercettato casualmente la lettera di un uomo di Lidice mandata alla propria amante che sosteneva di dover fuggire per aver fatto qualcosa di sbagliato, le SS e la Gestapo decisero di usare questa opportunità per mostrare la propria supremazia bellica, uccidendo tutti gli uomini della città nella loro confusione, deportando poi donne e bambini, tranne per pochi fortunati fanciulli che vennero scelti per la Germanizzazione, per poi smantellarla con gli esplosivi, pezzo per pezzo. Oggi Lidice non è altro che un vasto prato, contente le memorie di un intero villaggio a cui hanno strappato il futuro per un semplice malinteso.
Ed infine vi parlo del Centro di Recupero per Malati Mentali di Pirna. Con la finta scusa che erano gravemente malati e che erano deceduti per cause naturali, i pazienti del Centro di Recupero sono stati i primi a venir uccisi usando camere a gas e crematori, usati come silenziose cavie che nel loro terrore o nell'inconsapevolezza di essere prossimi alla morte, non hanno potuto fare altrimenti. Questo orrore è poi rimasto nascosto fino alla fine del conflitto nonostante non fosse nemmeno lontano dai centri abitati, e inoltre, vorrei farvi presente che la maggior parte della popolazione Tedesca era d'accordo all'eutanasia, considerando queste persone come “improduttivi parassiti dello Stato”... questo per farvi capire quanto l'indifferenza possa costare. Ed è per questo che io, e molti altri, siamo qui oggi per ricordarvelo. Queste cose non devono accadere mai più.
Il 19 Aprile ho avuto l'onore e la fortuna di incontrare Avrham Aviel, Ebreo e partigiano Polacco sopravvissuto anche lui alla Shoah. Dopo il racconto della sua commovente storia su come abbia perso la famiglia a soli 13 anni per poi unirsi alla resistenza, gli ho chiesto di persona se aveva un messaggio da dirvi.
Mi ha risposto che Reggio Emilia è una città fantastica, fra le migliori d'Italia poiché è stata centro della Resistenza contro il Nazi-Fascismo e perché, nonostante le morti, ha continuato a combattere fino all'ultimo qualcosa in cui credevano.
Questo viaggio, iniziato con Helga Weissova una sopravvissuta di Terezin e che si è concluso con il Signor Avrham, mi hanno fatto capire che è importante combattere per il futuro, combattere affinché simili atrocità non si ripetano più. E' per questo che siamo qui oggi, è per questo che ogni anno festeggiamo il 25 aprile, lo onoriamo e non lo scordiamo. Tenere viva la fiamma della memoria è l'unico modo per combattere un nemico che alberga in tutti noi: l'indifferenza.
Ascoltate, non dimenticate, raccontate. Parlate per chi non può farlo, ricordate per chi non ne ha più la forza.
Impariamo dal passato per non fare gli stessi errori nel presente ed assicurarci un futuro migliore... perché il Futuro non si cancella.