La testimonianza è stata al limite della realtà, ci ha fatto vedere il macabro, crudo e l'angosciante.
Maria Supikova – superstite di Lidice – ci ha fatto dono di un incontro.
Le classi aderenti al progetto di Istoreco sono rimaste allibite e commosse. La narrazione ha avuto inizio con lo spiegare il perché Maria sarà sempre definita una “bambina”; a causa del singolare destino che la lega alla storia dei bimbi di Lidice.
Questo paese e stato cancellato dalle carte geografiche per la vendetta nazista e dunque preso di mira per colpa di lettere intercettate e falsamente interpretate. Incolpando così, alcuni abitanti di Lidice, di responsabilità nell'attentato al “terzo” braccio di Hitler, Heydrich.
Con malvagità disumana e freddezza da veri killer, i nazisti hanno deciso così di punire tutto il paese, a pochi km da Praga. La testimone ci ha raccontato di una sua infanzia dedita alla tranquillità, tra l'amore della sua famiglia, fino a quella maledetta notte di giugno, in cui per fatalità di posizione strategica, la casa di Maria fu scelta dalle belve naziste come quartier generale per poi concludere il proprio piano di distruzione. Compresa la casa della piccola Maria, la quale fu separata poi dai genitori, diventando una dei nove bambini da “germanizzare”. Dati dunque in adozione...
Maria si è ritrovata di punto in bianco in una famiglia tedesca, costretta a dimenticare – e velocemente – la propria lingua madre, imparando il tedesco. A fine guerra, ritrovò la vera madre, che però morì quattro mesi piè tardi, a causa della tubercolosi, contratta nel lager di Ravensbrück.
Il nostro incontro con Maria si è concluso con il suo augurio di una meravigliosa vita. Augurio che ci ha commosso con un misto di gioia e lacrime, dovuto al privilegio di aver incontrato una donna così espansiva e sorridente, nonostante l'inferno vissuto.