Eccoci qui, tutti insieme, giunti al termine di un percorso che certamente ricorderemo per tutta la vita.
Come ci insegna un nostro professore, non si tratta di una gita, ma di un vero e proprio viaggio.
Un viaggio nella storia, nel passato, in quegli sbagli che non si possono cancellare, ma è necessario conoscere affinché non si ripetano.
Non sempre riusciamo a comprendere il dolore e la sofferenza di chi è perseguitato o è costretto a scappare dalla propria terra perché “diverso”. Ma la domanda che spesso mi pongo è questa: ma diverso da chi?
Non esiste alcun modello di persona, non ci sono etnie migliori di altre, siamo tutti uomini.
Potermi trovare nei luoghi che avevo visto soltanto nei filmati mi ha coinvolta molto emotivamente.
Tutto quello che leggo nei libri di scuola non è un semplice racconto; uomini, donne, bambini hanno perso la vita per l’egoismo e il desiderio di potere di altre persone, se così si possono definire.
Credevo che visitare Terezin non sarebbe stato come visitare un altro campo, ma mi sbagliavo.
Un ghetto “modello”, da mostrare all’occorrenza. Com’è possibile che si siano spinti a tanto?
Le testimonianze dei sopravvissuti a questa strage e a quella di Lidice, insieme ai pochi oggetti e documenti ritrovati, sono fondamentali affinché tutto questo non venga dimenticato, in particolare da noi giovani.
Ogni scelta collettiva deriva da una scelta personale; interessiamoci al passato per migliorare il nostro futuro.
Grazie per questa esperienza!