Vento, corrente pervasa da insolite note, afflati indistinti, che diffondendosi rendono l’aria pesante e sembrano provenire dalla terra che tenta di soffocarli.
Rumori disarmonici riflessi in colori tetri, mortiferi. Foglie rosse, piante rampicanti rosse che avvinghiano i faggi, quasi impedendo loro di ondulare.
Ondulazione sufficiente per produrre una danza stordente, che amplifica il vuoto di morte. La natura qui è il dipinto dell’eccidio, natura impotente di fronte al trionfo della razionalità perversa dei carnefici, natura che cerca però di custodire un segno, monito di pietra, fredda pietra decorata da due spade.
Esse però non sono spade di giustizia, sono spade che indicano violenza, che sottolineano l’efferata brutalità che qui ha avuto luogo.