Riflessioni a Praga di Adriano Arati, Istoreco
Si inciampa, a Praga come a Reggio. Si inciampa nella memoria, per fortuna. Uno dei principali progetti sulla memoria contemporanea seguito da Istoreco è quello sulle pietre d’inciampo, le piccole opere arte collettive ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig.
Cubi di ottone che emergono dall’asfalto, per far inciampare le persone che camminano e attirare la loro attenzione, posate nel luogo dove vittime del nazismo hanno vissuto liberamente per l’ultima volta. Resistenti, militanti politici, ebrei: l’intera Europa è disseminata di pietre d’inciampo. Dal 2015 sono anche a Reggio: 10 sistemate nel 2015 e 10 nel gennaio scorso, a Reggio, Correggio e Castelnovo Monti, dopo un percorso di studio curato da Istoreco con diverse classi del Viaggio.
Alcune di queste classi, quelle dell’istituto Mandela di Castelnovo Monti, sono arrivate a Praga a inizio marzo e di fronte al loro hotel nel cuore cittadino hanno avuto la prima sorpresa: tre pietre d’inciampo a una manciata di metri dall’ingresso dell’albergo. Praga è punteggiata di queste pietre, che ricordano ebrei e resistenti uccisi dai nazisti, e l’hotel del viaggio si trova in una zona purtroppo densa al riguardo, vicino allo splendido quartiere ebraico di Josefov.
Una scoperta inaspettata per le ragazze e i ragazzi castelnovesi che nei mesi precedenti avevano conosciuto la storia di quattro loro concittadini catturati nell’ottobre 1944 in una grande retata e poi deportati in campi di lavoro in Germania. Qui la storia è diverse, tre persone di origine ebraica spedite a Riga, in Lettonia, per la “liquidazione”.
Vista la recente esperienza al riguardo, la classe del Mandela si è messa all’opera: le pietre erano sporche, e loro le hanno pulite, sistemate e omaggiate con un piccolo fiorellino bianco. Che di memoria si possa inciampare, in Appennino come nel selciato di una delle città più belle al mondo.