Questo viaggio è durato solo cinque giorni ma ci ha dato molto da riflettere.
Persone che hanno perso la propria identità e sono passate dal proprio nome ad avere un numero come riconoscimento, infondo sono individui normali, e non cittadini, che cercavano di capire tutto ciò che accadeva attorno a loro, consapevoli di essere in balia della sorte.
Mentre da una parte c´erano uomini invidiosi, con rancore e senza rimorsi, con tanta crudeltà, tanta malvagità, tanto orrore, con un gran senso di superiorità di potenti, dall'altra si soffriva di solitudine, di fame, di dolore, troppe angosce,troppi lutti, disgrazie e sventure, con una percezione di terrore che oscilla tra la vita e la morte, di non avere un domani sicuro.
Tra questi anche molti bambini innocenti, come fu possibile sbarazzarsi di bambini appena nati? Non si sa... Eppure la triste realtà e questa! Giovani uccisi per diversità di razza e anche per rappresaglia.
Dov´era l´umanità ti chiedi?
Bene! La natura umana si e tutta influenzata dal potente, dalla voce del superiore e non dalla propria doxa e ragione.
Questo è il genocidio, l'orrore più conosciuto dalla storie, ma c'è né sono altri che forse non hanno riscosso tanto scandalo.
Se mi permettete vi dico di alcune esperienze...
I miei genitori sono stati soggetti alle guerre del mio paese per molto, anche dopo la mia nascita. Mio padre mi disse che durante la guerra c'erano solo certi orari della giornata in cui si poteva uscire, sufficiente per comprare qualcosa per sfamarsi e la sera, invece, mentre mia madre cucinava i missili degli avversari passavano sopra il tetto di casa nostra. Per come me l'aveva raccontato lui mi faceva ridere ma quest'immagine mi hanno fatto riflettere solo poco dopo... se quel missile fosse caduto sulla nostra casa, io non sarei mai venuta al mondo.
Con quest'immagine voglio dire che la guerra non è solo un passato lontano, ma è molto vicino e noi non c'è ne rendiamo conto. L'importanza della mia vita io l'ho capita solo in quel momento e posso anche così immaginare le storie di Helga perché senza esperienze o testimonianze che parlano, nulla è credibile o immaginabile.