I pensieri di Giovanni Lombardini del Liceo Moro per il Viaggio a Praga, dopo le esperienze preparatorie e in particolare l'incontro con Helga Weissova, sopravvissuta a Terezin
Vorrei partire parlando della mostra che ho trovato molto interessante e formativa, in primis per la testimonianza di Helga e anche per il viaggio. Tra tutti i suoi disegni illustrati nella mostra due mi hanno particolarmente colpito. Il primo riguardava una scena quotidiana nel ghetto di Terezin nelle stanze dove vivevano i bambini. Viene disegnata questa stanza con dei ragazzi attorno ad un tavolo mentre aprono dei pacchi, molto probabilmente spediti dai loro genitori contenenti viveri e utensili. Leggendo nella descrizione ho scoperto che questi pacchi venivano spesso divisi con tutti ma sopratutto nessuno osava toccare, se non, rubare la roba altrui che pensando alle condizioni nelle quali si trovavano è incredibile. Il secondo disegno che mi ha impressionato è quello che raffigura uno dei tanti problemi che c'erano all'interno del ghetto, le malattie. Questo, in particolare, raffigura il problema della diarrea. Helga disegna una donna in bagno mentre cerca di fare i suoi bisogni e allo stesso tempo tiene chiusa la porta per evitare che qualcuno, nelle sue stesse condizioni, entrasse. Ciò che mi ha colpito però è il modo in cui Helga raffigura la scena cioè in modo comico e scherzoso che rispecchia la ricerca ricerca di felicità o soltanto di svago in quei tremendi giorni.
Il giorno successivo siamo andati a teatro ad ascoltare la testimonianza di Helga, che è stata molto gentile a venire fino a Reggio per parlare con noi studenti che parteciperemo al viaggio. Mente raccontava ad un teatro pieno e per il secondo giorno di fila si vedeva la sua determinazione e voglia di dire a tutti la sua storia ma anche la sua stanchezza, giustificata dall'età, e in alcuni passaggi la tristezza del ricordo. Penso che abbia fatto un gesto onorevole a venire qui da noi e che tutti gli applausi finali fossero pienamente meritati.