Questo pensiero non è solo mio, ma parlerò in prima persona perché chiunque senta le stesse cose ci si possa riconoscere leggendole:
A Sachsenhausen ho subito sentito un corvo gracchiare e un forte odore sgradevole, ho visto l'erba ed era bianca, giallognola, secca, non di quel bel verde pennarello e soprattutto senza fiori. È come un luogo senza vita dove la vita non potrà più nascere a causa degli orrori commessi. Per questo ho piantato un fiore bianco nel terreno, simbolo di purezza e innocenza. Io, il mio fiore l'ho messo in mezzo alle pietre, dove c'erano i dormitori, ho tolto le pietre, ho piantato il fiore e ho rimesso le pietre intorno per tenerlo su, come simbolo di resistenza. Spero che quel fiore resista come resisterà il ricordo di ciò che è accaduto. Ho piantato il fiore pensando a chi ha sofferto, a chi non è stata riconosciuta alcuna commemorazione, a chi ha lottato per la libertà, a chi non ha mollato un secondo. La Resistenza si crea, si crea insieme. Resistere sempre è ciò che mi ha lasciato questo viaggio. Resistere - Esistere.
Ricordate, perché come dissero Fermo Angioletti e Mario Baricchi: "Non essere ricordati è come morire due volte" e come disse Tina Boniburini "Il Vostro ricordo è la loro condanna".
"La diffidenza porta al disprezzo, il disprezzo porta alla violenza e la violenza alla distruzione" come ci ha detto Salvo al campo di concentramento.
Quindi, ricordate, informatevi, scoprite, resistete, e non dimenticate mai nulla di tutto questo. Il futuro non si cancella!
Intervento alla commemorazione finale del primo viaggio, di fronte al memoriale ai Sinti e Rom uccisi dal nazismo