REGGIO EMILIA - TEREZIN  2016

Visita guidata Terezin
REGGIO EMILIA - TEREZIN  2016

Prima vennero…

23.02.2014 |
Concetta De Ponte, Amanda Beneventi, Labinot Berisha della 4C, Istituto Motti, Reggio Emilia

Prima vennero…

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

 

La poesia attribuita a Bertolt Brecht sarebbe in realtà stata composta dal pastore Martin Niemöller (1892-1984), prima sostenitore poi oppositore del nazismo, spedito su ordine di Hitler in persona nel campo di concentramento di Sachsenhausen in seguito ad un sermone antinazista.

Il 20 Gennaio del 1942 quindici alti funzionari nazisti si riunirono a Wansee nella villa di Reinhard Heydrich, stretto collaboratore di Heinrich Himmler nella Gestapo.

In questo incontro, di novanta minuti, decisero la cosiddetta “soluzione finale della questione ebraica” che prevedeva l’eliminazione di undici milioni di ebrei. Iniziò così la costruzione dei campi di sterminio, come ad esempio Auschwitz Birkenau, anche se lo sterminio era già partito nei mesi precedenti mediante le fucilazioni di massa.

Le fucilazioni comportavano molte conseguenze tra le quali:

  • Un elevato costo delle munizioni;

  • Rischi di essere “paparazzati”;

  • Un grande impatto mentale, contando il fatto che le SS tedesche erano composte per lo più da soldati giovani, spesso anche con alto livello culturale, che si trovavano ogni giorno da uccidere quelli che loro definivano “diversi”.

     

Nella settima pagina del documento redatto dai nazisti a Wannsee è riportata la soluzione che doveva essere attuata:
“Adesso, nell'ambito della soluzione finale, gli ebrei dovrebbero essere utilizzati in impieghi lavorativi a est, nei modi più opportuni e con una direzione adeguata. In grandi squadre di lavoro, con separazione dei sessi, gli ebrei in grado di lavorare verranno portati in questi territori per la costruzione di strade, e non vi è dubbio che una gran parte verrà a mancare per decremento naturale”.

Quindi, come possiamo capire, gli ebrei venivano portati verso est e divisi secondo le loro capacità lavorative, anche se la fine era la stessa.

Quelli non abili al lavoro venivano direttamente portati nei campi di sterminio come Birkenau, dove venivano spogliati dei loro averi e portati all’interno delle camere a gas, che loro pensavano fossero docce.

Per restare all’esempio di Auschwitz, gli altri venivano portati al campo di lavoro di Monowitz ed ai restanti 45 sottocampi costruiti durante l’occupazione tedesca della Polonia. Anche questi prigionieri, sfiniti dal lavoro e dalle condizioni in cui vivevano, molte volte non resistevano.

La visita a Wannsee ci ha fatto riflettere, in quanto fa capire come la responsabilità non sia stata di una sola mente malata ma frutto della volontà di molti.

Come scritto da Primo Levi “se comprendere è impossibile, conoscere è fondamentale” quindi la visita a Wansee per noi è stata un’esperienza che ci ha fatto arricchire la nostra conoscenza su un argomento vasto e ancora tutt’oggi inspiegabile.