Quando siamo entrati nel campo e abbiamo iniziato il percorso, mi sono chiesta come hanno fatto queste povere vittime a resistere a queste torture.
Penso che quella crudeltà abbia lasciato un marchio indelebile.
Noi potevamo camminare nei campi tranquilli, mentre i deportati tremavano di terrore. Non potremo mai capire tale sofferenza.
Pensavo che le emozioni avrebbero preso il sopravvento.
Fa un certo effetto camminare lì dove si è fatta la storia.
Sono rimasto incredulo nel vedere tutta questa organizzazione nella costruzione di tutte queste strutture solo esclusivamente per uccidere.
Come si fa a fare l’appello con le persone morte? Come si possono far convivere così tante persone nella stessa baracca? Come si fa a togliere completamente la dignità alle persone costringendole a denudarsi in pubblico?
Perché il desiderio dell’uomo è sempre quello di sopraffare l’altro individuo per il proprio benessere e il razzismo è ancora presente nella nostra civiltà.
Non mi sarei mai aspettato un posto così immenso pieno di terrore.
Quando inizieranno a bruciare libri, finiranno col bruciare le persone.
Quando nella vita di una persona, l’intera esistenza viene alimentata da una politica di odio, basta poco per incitare un intero popolo a compiere atrocità.
Spero che il messaggio sia arrivato a tutti i visitatori passati di là.
Dobbiamo tramandare di generazione in generazione quello che è successo.
Quattordici: Anche se ora è tutto passato, la memoria dovrà sempre ricordare. Lo dobbiamo fare per tutte le persone innocenti che hanno perso la vita, con l’unica colpa di essere quello che erano.