Abbiamo immaginato l’emozione, il dolore di Alice, dopo la partenza del marito. Il 22 febbraio del 1944, Oreste fu deportato ad Auschwitz con altri 9 ebrei reggiani. Arrivò qui dopo essere stato sottratto dalla sua abitazione in via Monzermone a Reggio. Dopo questa esperienza di viaggio, la storia di Oreste, che abbiamo conosciuto in occasione del laboratorio sulle pietre d'inciampo, è diventata parte di noi.
Amo chiamare il tuo nome, amo pronunciarlo: Oreste.
Da quando ti hanno portato via dalla nostra città,
immagino di parlare con te, Elvira e Cesare per l’ultima volta.
Tu mi guardi dolcemente con i tuoi occhi luminosi, un gentile triste sorriso sulle tue labbra.
E’ impensabile sentirsi salvi senza di te.
Amo chiamarti nella mia desolazione
chiedendoti nella mia solitudine:
ti ricordi?
Tua Alice