Il tesoro più prezioso

Pensavo fosse solo una gita scolastica, un viaggio commemorativo, un'esperienza che mi avrebbe reso spettatrice di un feroce e disumano sterminio, invece è stato qualcosa di più, molto di più.

Appena scorto in lontananza l'ingresso di Birkenau, una strana sensazione mi ha attraversato il corpo, dalla punta dei piedi, un brivido, una scossa elettrica, si è fermata all'altezza del petto, proprio di fianco al mio cuore. Avanzando lungo il campo, entrando nei dormitori, nelle latrine, quel peso non mi abbandonava.

Ma quando giunsi ad Auschwitz 1, la pesantezza è aumentata raggiungendo il suo apice nel blocco della morte, il blocco 11. In quel momento non riuscivo più a stare lì dentro, volevo solamente respirare, camminare, essere libera. Uscita stavo bene, stavo veramente bene.

E il pensiero è inevitabilmente corso a tutte quelle persone, quei prigionieri, che non hanno potuto provare quella mia stessa sensazione ma hanno dovuto provare quell'insopportabile peso al petto fino alla fine dei loro giorni.

Quest'esperienza mi ha toccata nel profondo. Credo, spero e penso che ognuno di noi custodisca quest'esperienza come il tesoro più prezioso che ha e lo condivida con chi più ama. Io, nel mio piccolo, lo farò.