"All'uscita da Auschwitz Birkenau ci sono state chieste parole a riguardo, ciò che stavamo provando, e quali erano le nostre emozioni. La realtà è che uno entra in questo campo pieno di parole, di riflessioni e di pensieri. Finito il percorso, mi sono resa conto che di parole non ne avevo più, non c'era niente da dire.
Secondo me erano gli sguardi racchiusi in quelle foto a parlare, in quegli occhi c'era un mondo, fatto di paura, incertezza ma nello stesso tempo anche di attaccamento alla vita. E questa è stata la miglior lezione che potessi far mia. Il mio invito è quello di avere CORAGGIO di non dimenticare, quando invece sarebbe più facile farlo"