Il viaggio

Bisogna portare i ragazzi in questi luoghi

21.02.2013 |
Alexis Pantoja, 4D IIS Nobili Reggio Emilia

Ormai è la seconda volta che affronto il viaggio della memoria, l'anno scorso ad Auschwitz e quest'anno a Terezin.

Sono dell'idea che i siti siano molto diversi tra di loro, il primo brutale e allo stesso tempo macchinosamente efficiente riesce con un più immediato impatto a trasmetterti quei sentimenti di orrore e incredulità. Il secondo, proprio per le sue caratteristiche di luogo di segregazione e non di sterminio, se rapportato con il “colossal” di Auschwitz sia quasi una piccolezza.
Questo penso sia conclusivo nel far capire come questa realtà sia così distante dalla mia generazione (da me) che per poter dar un valore alle cose bisogna per forza rapportarsi ad un numero.
La mia conclusione: penso che nel affrontare un viaggio di questo tipo bisognerebbe portare i ragazzi in quei luoghi che hanno funto da propulsore per questa terribile atrocità, prima nei ghetti e infine nei campi di concentramento... in modo da non sminuire qui luoghi (ghetti) dove le speranze di vita di innumerevoli persone sono crollate, dove famiglie intere sono state distrutte.

 

 

  • Cortile Fortezza piccola Terezin
    Studenti reggiani in visita alla Fortezza piccola di Terezin