REGGIO EMILIA - BERLINO  2014

Elaborazione - le proposte agli studenti

Tema di Giulia Zaccarini, Liceo Ariosto di Reggio Emilia

Da un Viaggio della Memoria ci si possono aspettare molte cose. Si potrebbe pensare che sia soltanto una conferma di quei sentimenti che si provano quando si guardano i film o si leggono dei libri sulla Shoah. Percorrere i luoghi dove queste cose sono successe veramente, però, ha tutto un altro effetto. La visita al campo di Sachsenhausen è stata sicuramente la parte più toccante della gita e quella che più mi ha fatto riflettere. Numerosi sono gli interrogativi che ci si pongono mentre si cammina per il campo. Davvero l'uomo è arrivato a tanto? Veramente tanti anni fa molte persone soffrivano e morivano su quella stessa strada che stavamo percorrendo noi? E' una storia davvero dura e sentirsela raccontare dalla guida mentre ti guardi intorno non è una cosa facile. Penso che la visita al campo di concentramento sia una visita che tocchi tutti nel profondo e che quindi tutti dovrebbero fare. Quello che del campo mi ha colpito di più sono i fiori bianchi appoggiati dagli studenti in varie parti. E' un semplice gesto, però è molto importante perchè ogni ragazzo sceglie dove appoggiare il proprio fiore in base al posto che preferisce. Mi è piaciuto vedere dove gli altri studenti hanno deciso di appoggiare i fiori prima di me. Per tutta la visita ho pensato a dove avrei appoggiato il fiore e alla fine ho scelto il filo spinato. Forse è un posto un po' scontato, ma è stata una delle cose che mi ha toccato di più; infatti la zona del filo spinato non poteva essere sorpassata altrimenti si moriva fucilati. Molti uomini cercavano il suicidio attraverso il filo spinato perchè morire subito era meglio che patire tutte quelle sofferenze. Un'altra parte del campo che mi ha fatto molto riflettere è stata la baracca dove i detenuti dormivano. Abituati a tutte le comodità che abbiamo è davvero difficile riuscire a capire che cosa provavano quelle povere persone. I letti erano a malapena sufficienti per una persona e spesso ci dormivano in tre, avevano una sola coperta usata le notti prima da sconosciuti e spesso piena di insetti. Le latrine erano poche e tutte in comune e alla mattina bisognava alzarsi prestissimo per poter usare il bagno e arrivare puntuali all'appello. Tutte le parti del campo comunque fanno riflettere e pensare, a partire dal cancello con la famosa scritta “Arbeit macht frei” e da cui si passa per entrare e per uscire. Molto interessante è stata anche la visita del giorno prima a Wannsee, luogo dove si sono riuniti 15 ufficiale nazisti per decidere la soluzione finale della questione ebraica. La guida infatti era molto preparata e coinvolgente e la casa era piena di cartelloni dettagliati e fotografie.

Un'altra parte molto bella della gita è stata la conclusione davanti al monumento dedicato ai Rom e ai Sinti da poco inaugurato a Berlino. E' stato bello il voler valorizzare anche queste persone, di cui solitamente si parla poco e non si conosce la storia. Ed è stato molto bello il ritrovarsi insieme alle altre scuole alla fine del viaggio, stanchi, contenti e con molte riflessioni. E' stato interessante sentire i pensieri degli altri ragazzi che hanno fatto lo stesso viaggio della memoria.

Io sono davvero contenta di aver fatto questo viaggio,perchè penso che sia un'esperienza che tutti devono fare nella propria vita, per non dimenticare quello che è accaduto e imparare dagli errori commessi nella storia.