REGGIO EMILIA - BERLINO  2014

Elaborazione - le proposte agli studenti

Tema di Beatrice Debbia, IIC del Liceo Ariosto di Reggio Emilia

Berlino è una città grande, giovane, piena di luci e di enormi palazzi di vetro.

Berlino è una città “in fieri”.

Ma come ogni Paese oltre al presente e al futuro porta con sé un passato.

La storia di questa città non è facile e nemmeno felice, ma non per questo deve essere dimenticata perché è proprio grazie al passato se oggi sono possibili presente e futuro.

Con questo viaggio della memoria abbiamo cercato di rivivere quella storia di Berlino che non si vuole ricordare. Noi, giovani della nuova generazione, abbiamo visitato i luoghi, nei quali molte persone si sono riunite, per scelta o per costrizione, per diverse ragioni.

A Wannsee abbiamo ricostruito quella conferenza del 1942 che ha decretato la “soluzione finale della questione ebraica”. Quelli erano uomini, alti funzionari, tutti con un dottorato.. e allora ci si chiede : “come è possibile che uomini così illustri siano al tempo stesso così incapaci di riconoscere l'insensatezza, oltre che la disumanità, delle proprie azioni?”

Mentre a Wannsee si riunivano i grandi personaggi, a Berlino e nei dintorni arrivavano i primi deportati; e anch'essi si sarebbero riuniti, ma non in ville comode come le loro.

Nel campo di Sachsenhausen ora c'è solo grande tristezza e desolazione, tutto è stato abbattuto tranne qualche baracca, ma il passaggio di tutte quelle persone è ancora visibile. Dei forni sono rimaste solo le fondamenta.

Entrando nel Block 38 si percepisce quello che è stato: le condizioni disumane, la ferocia, ma soprattutto l'esigenza di dimenticare. Infatti questa baracca era stata per metà bruciata da giovani tedeschi.

Prima di entrare nel campo ci hanno dato un fiore bianco, puro, da deporre in un posto significativo per noi. Io l'ho messo tra la ghiaia recintata che ricorda l'esistenza di una di quelle tante baracche. Non so neanche il numero di quel Block.

L'ho lasciato lì per ricordare tutti quegli uomini che sono entrati e mai usciti; erano uomini come noi, con una casa, una famiglia, un lavoro e per motivi assurdi hanno perso tutto questo e , ancora di più, la loro vita.