Il viaggio

Ti rimane impresso nell'anima

02.03.2013 |
Riccardo Spaggiari e Enrico Ferrari, 5E Istituto Zanelli Reggio Emilia

Camminando tra i vicoli del ghetto e all'interno della fortezza piccola si respira un aria "strana" molto cupa che ti penetra all'interno del cuore e fa fatica ad andarsene, ti rimane impresso nell'anima e resterà sempre impresso in me e sono sicuro che non lo dimenticherà nessun uomo che ha visitato luoghi del genere.

Si capisce che durante il nazismo queste persone deportate non erano considerate persone ma nemmeno animali.
Secondo me nemmeno gli oggetti erano trattati in questo modo.

Nel pomeriggio ho visitato il ghetto, vedendolo non si capisce che solamente settanta anni fà vivevano persone che stavano aspettando la morte, e ancora più impressionate a parer mio è il fatto che si cammina in luoghi dove sotto il terreno sono sepolte migliaia di persone, le quali sono morte in condizioni disumane.

- Riccardo -

 

 

Camminare sui sassi sulla terra toccare i muri e gli oggetti che 70 anni fa toccarono gli ebrei e i prigionieri rinchiusi a Terezin fa pensare fino a dove può arrivare la crudeltà umana.

Possiamo solo sperare che, "coltivando" le nuove generazioni, quanto accaduto sotto il regime di Hitler non accada mai più!  

- Enrico -

  • Binari ferroviari al Ghetto di Terezin
    Binari ferroviari al Ghetto di Terezin