REGGIO EMILIA - TEREZIN  2016

REGGIO EMILIA - TEREZIN  2016

Diario di viaggio

La forza di Helga

La storia raccontata dalla signora Weissova è stata molto interessante. Ascoltare di persona il racconto di una tragedia come quella accaduta ad Helga mi ha permesso di riflettere. Per tutta la durata del racconto non riuscivo a fare altro che chiedermi come sia potuto succedere davvero tutto questo, come degli esseri umani abbiano potuto commettere tali atrocità senza problemi, come nessuno possa essersi accorto di ciò che stava succedendo ma soprattutto come sia possibile che coloro che avevano intuito qualcosa siano stati in grado di far finta che non stesse succedendo nulla, ignorando con consapevolezza che moltissime persone innocenti sarebbero morte solo per la loro religione.

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Un esercizio costante

 Ricordare... un esercizio costante per evitare che la memoria sbiadisca, come il colore.Certi "monumenti" sono responsabilità collettive 

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Storie eterne

Esistono gesti che ricordano alla memoria momenti che essa non ha mai vissuto ma che appartengono al suo passato e, in questo modo, la incaricano di tramandare storie eterne.Per noi questo è stato il senso del nostro viaggio della memoria, che oltre ad approfondire le nostre conoscenze e ad insegnarci cose nuove ci ha fatto provare intense emozioni che un libro non può trasmettere.

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Capita solo all'indietro, vissuta solo in avanti

Prima di questo viaggio, avevamo visto foto, sentito testimonianze e guardato film ma vivere queste emozioni in prima persona è una cosa che ti aiuta a realizzare quello che è davvero successo, gli orrori che sono avvenuti, i luoghi in cui sono state torturate ingiustamente milioni di persone.

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I bambini

Ci sono tanti aspetti di questo viaggio che ci sono rimasti impressi: l'uccisione dei bambini è stata una delle attività più terrificanti compiute dal regime nazista. Partecipare alla visita a Lidice e vedere il monumento dei bambini uccisi come rappresaglia ci ha colpiti nel profondo della nostra coscienza: mai più alcun bambino dovrebbe perdere la sua vita per la perversione di potere e rispetto di alcuni personaggi politici. È disumano solo immaginare la scena dell'uccisione di un uomo, figuriamoci di un bambino innocente.

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Memoria come un filo

Il viaggio che purtroppo sta per terminare viene definito da una parola che fa inevitabilmente parte di ognuno di noi: memoria. La memoria in questione è come un filo che collega il nostro presente col passato di altri che non abbiamo potuto incontrare ma che porteremo dentro come un simbolo, un avvertimento per il futuro.

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Un soffio

Ventitre anni sono pochi: un soffio. La Terra dicono abbia 5 miliardi di anni. Il primo uomo sarebbe apparso trentamila anni fa. Io sono nato nel 1968. Ho “sbagliato” la Shoah per 23 anni. Un'inezia nel computo del tempo. Avrei potuto essere uno dei bambini di Terezin oppure uno di quelli di Lidice. Con qualche anno in più avrei potuto esserci io in una delle celle della fortezza piccola. Ho pensato a tutto ciò durante questi giorni. Ho pensato alla stanchezza che provo alla fine della giornata e che nel vivere quotidiano mi sembra enorme.

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Colmare il vuoto

Un vuoto. Un vuoto da colmare. Da colmare con la memoria. Una memoria che deve perdurare nelle menti delle nuove generazioni e di quelle a seguire. Lidice, assieme a Terezin, il cimitero ebraico e il resto del complesso, è lo strumento che serve a riempire il vuoto. Anche se di fatto, la vera Lidice, quella del 1942, è vuota. Non esiste più, come le persone che ci vivevano, quelle che l'hanno cancellata e quel pazzo che ha seminato tutto quel terrore per cui noi oggi ricordiamo ancora. Ma proprio perché non esistono più non bisogna dimenticare, per non commettere le stesse azioni.

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A proposito del Viaggio

Alcune brevi riflessioni della classe 4° A dell'Istituto Superiore di Istruzione “Zanelli” a proposito del viaggio della Memoria a Terezin Praga Febbraio 2016.

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Vincere le paure

Nel momento in cui mi sono trovato a dover decidere un luogo in cui deporre un fiore nel cimitero di Terezin, probabilmente ho capito uno dei motivi per cui mi è stato fatto intraprenere il viaggio della memoria: renderci più sensibili sulla facilità con la quale l'uomo può cadere nel buio della mente, una condizione nella quale si perde completamente il proprio senso di umanità e si diventa in grado di compiere qualsiasi gesto.

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