REGGIO EMILIA - TEREZIN  2016

Partigiano per sempre
Fiori a Lidice
REGGIO EMILIA - TEREZIN  2016

Secondo Turno

Un passato da conservare

Un breve viaggio ricco di forti emozioni ...

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Alle vittime

A tutte le vittime dello sterminio, condannate dalla follia di quel tempo, per poter dare voce alla loro sofferenza che è stata a lungo ignorata, trattati come "rifiuti della societá", individuati isolati e rinchiusi, come fossero vite indegne di essere vissute. A tutti loro che hanno lottato per la propria esistenza, sperando che in cielo abbiano trovato la pace che è stata negata loro in vita.

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Senza alcuna ragione

Nel 1942, dopo essere stati deportati, 82 bambini di Lidice sono stati uccisi senza alcuna ragione nel tentativo di cancellare per sempre il futuro e la memoria della città.Le ultime tracce delle loro brevi esistenze sono lettere scritte poco prima di morire e indirizzate a parenti lontani.L'innocenza, la speranza e la dolcezza che traspaiono dalle loro parole commuovono a tal punto da lasciare un ricordo indelebile del massacro e della distruzione avvenuti.

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Un compito difficile

È triste pensare che tutti noi ci lasciamo impressionare dalle azioni compiute dai nazisti, soltanto perché queste sono descritte su targhette o sui libri di storia. Dovremmo capire che ciò che loro hanno fatto non va ricordato come un gesto orribile del passato, ma come una premonizione per ogni giorno della nostra vita. Tutte le persone uccise dai nazisti, per esempio i “malati” di Sonnenstein dei quali abbiamo ascoltato le storie, avevano alle spalle una vita piena di azioni, gesti ed emozioni, e a loro volta hanno cambiato la vita dei loro amici, parenti o conoscenti.

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La disumana fine di un'infanzia

Difficile è descrivere ciò che si prova quando si è messi difronte alla dura e cruda verità disumana di ciò che è stato il nazismo. Difficile è credere che l'uomo, l'essere umano, possa arrivare a voler sterminare un'intera popolazione di suoi pari. Ma ancor più difficile è capire nel profondo come le persone, le vittime di questo inutile massacro, si siano sentite davvero. Difficile, sì, ma non impossibile. Del ghetto di Terezìn non dimentichiamo infatti i bambini lì reclusi, ebrei, vittime di quei folli carnefici.

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Pensieri che non se ne andranno

È difficile mettere in ordine i pensieri che passano per la testa dopo una giornata come quella di oggi, passata al castello di Sonnenstein. Nonostante ciò, alcuni di essi rimangono impressi più di altri e difficilmente se ne andranno. Proveremo ad esprimerli attraverso queste poche parole.FOLLIA. Follia per lo sterminio compiuto, per le vite considerate indegne di essere vissute solo per difetti fisici o mentali.

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Nessun ripensamento

È sconvolgente come in un periodo breve di tempo un centro di cura all'avanguardia come Sonnenstein sia diventato uno dei 6 principali centri dell'aktion T4 e come abbia posto le radici per l'intero progetto di sterminio degli ebrei.È difficile da accettare come i medici del T4 non abbiano avuto nessun ripensamento a passare dalle "modeste" cifre dello sterminio dei malati mentali ad un vero e proprio genocidio. 

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Cosa significa resistere?

Cosa significa resistere? Forse oggi dopo aver visto i luoghi dell'attentato dell'operazione Anthropoid l'ho capito un po' meglio. Due i giovani attentatori del capo nazista Reinhardt Heydrich e sette in tutto i paracadutisti morti nella chiesa di San Cirillo e Metodio, che all'allagamento della cripta in cui erano nascosti e agli spari nel muro, alle ferite non hanno ceduto consegnandosi. Si sono uccisi, perché la missione era stata compiuta e resistere significa resistere anche alle conseguenze delle proprie azioni, soprattutto.

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Non conviene usare aggettivi

Oggi conoscere la storia dei 7 eroi dell'operazione Anthropoid è stato un onore e un arricchimento molto importante per non dare per scontato l'esito della guerra. Interessante e affascinante è il coraggio di uomini che per amore della propria terra hanno sfidato i traditori nazisti. Non conviene usare aggettivi, sennò cadrei nel banale, però è stato bello stare sull'attenti davanti ai 7 busti nella cripta della chiesa ortodosssa per rendere omaggio non solo a 7 soldati o a 7 uomini, ma a 7 eroi.

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Il resultato opposto

"Nel tentativo di annientare un'intera cittadina, i nazisti hanno in realtà ottenuto il risultato opposto; infatti pur cercando di eliminare tutte le macerie e modificando l'assetto del paesaggio, hanno fatto sì che rimanesse qualcosa di molto più grande e incancellabile come la memoria dei pochissimi sopravvissuti. Grazie a loro è stata ricostruita la storia di Lidice e, attraverso le commemorazioni e le testimonianze, la città vive ancora oggi. 

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