REGGIO EMILIA - TEREZIN  2016

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Un obercapo e un piper

27.02.2015 |
Michele Billitti
Auschwitz. Basta un nome per fare capire al male che è disposto un uomo a fare nei confronti di un altro uomo, non siamo diversi ma non siamo nemmeno uguali, ognuno con le proprie caratteristiche e con le proprie radici. Con questa foto voglio raccontare la storia di un obercapo e di un piper. Nel campo di bube un obercapo olandese, un uomo possente e di aspetto potente, rappresentava gli ebrei nel campo. Era un uomo alto più di due metri ma possedeva una bontà indescivibile. Un giorno i nazisti scoprirono delle armi nella postazione dell'oberkapo ma quest'ultimo decise di non parlare e di non dare informazioni. I nazisti lo mandarono ad Auschwitz e il povero piper rimase solo nel campo. Il bambino senza l'ala protettrice dell'oberkapo rimase solo e un giorno fu processato insieme ad altri due uomini. I detenuti erano obbligati a guardare questa atrocità, un povero ragazzo destinato alla forca. La folla si domandava dove fosse dio in quel momento e non capivano il perché non intervenisse. Un uomo rispose che l'unica motivazione fosse che dio era in quella forca, era piper. La bontà di dio apparteneva al ragazzo ma nessuno poteva intervenire. Anche se piper fu ucciso nel campo di bube, anche ad Auschwitz c'erano lo stesso forche dove venivano giustiziate i detenuti. #ilfuturononsicancella.                  
 
 
  • La piazza dell'appello ad Auschwitz 1
    La piazza dell'appello ad Auschwitz 1