REGGIO EMILIA - AUSCHWITZ  2015

Diario

Diario di viaggio

Il bosco di Zbylitowska Gora

Vento, corrente pervasa da insolite note, afflati indistinti, che diffondendosi rendono l’aria pesante e sembrano provenire dalla terra che tenta di soffocarli.Rumori disarmonici riflessi in colori tetri, mortiferi. Foglie rosse, piante rampicanti rosse che avvinghiano i faggi, quasi impedendo loro di ondulare.

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Plac Bohaterow Getta

In questa piazza di un sobborgo desolato di Cracovia, 68 grandi sedie di bronzo disegnano una trama irregolare . Alte e vuote, senza nessuna utilità apparente, suscitano un senso di estraneità e disorientamento. Mi chiedo quale sia il loro senso, quale la loro funzione. Siamo nel cuore del ghetto costruito dai nazisti a Podgorze, il quartiere "sotto la montagna" in cui i 68 000 ebrei di Cracovia sono stati rinchiusi per poi essere inviati al campo di concentramento di Plaszow, o nelle camere della morte di Auschwitz o di Belzec.

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Brezza di morte

Silenzio, intorno. Cielo grigio, pesante, brezza di morte. Un binario verso un bosco di betulle. Il nulla, tante volte calpestato. Il campo. Un vagone vuoto, serrato, che ha contenuto speranze deluse, inganni per nulla ameni. Stipati, annientati, chiusi alla vita. Terra, terra spoglia, brulla, fangosa, bagnata, mortifera, tremendamente matrigna. Pozzanghere. Acqua limacciosa, torbida come i nostri sguardi. Le punte accuminate del filo spinato. Ogni singola spina come conficcata dentro, negazione, rifiuto della libertà che è vita. Legno, baracche, vuoto, come i buchi di quelle latrine.

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Uno schiaffo

La visita al campo di sterminio di Auschwitz Birkenau è stata, sotto certi aspetti, una sorpresa, per me. Gli incontri che hanno preceduto il viaggio, i racconti di chi aveva già visitato il campo e le conoscenze storiche che avevo dell'accaduto avevano fatto sì che, nella mia mente, si andasse a generare una chiara idea di come sarebbe stato il tutto.

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Siamo diversi?

Crediamo di essere diversi dalle persone vissute 70 anni fa. La società si è trasformata, è vero, ma vedo ancora molta ipocrisia, che nei momenti di difficoltà è pronta a trasformarsi in odio. Persone contro le quali sacrifichiamo la frustrazione e le colpe della nostra passività sociale, perché è più facile far pagare agli altri il prezzo dei nostri errori e chiudere gli occhi.

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Erano Uomini

Il genere umano è capace di grandi atrocità penso che sia stato dimostrato numerose volte nel corso della storia. Per questo la mattina della visita pensavo che niente mi avrebbe stupito, in fondo avevo già sentito molti racconti, visto molte foto, ma nulla di tutto questo sarebbe mai stato in grado di prepararmi a ciò che ho visto in quelle stanze. Capelli, vestiti, scarpe, oggetti per noi oggi dati per scontati, come pettini, spazzole, occhiali. Vedere dal vivo tutto questo, per la prima volta mi ha fatto rendere conto, di ciò che è veramente successo in quel luogo.

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Il ruolo del passato

Ho visitato il campo di Auschwitz – Birkenau e Auschwitz 1, posso affermare che solo osservando, toccando o annusando non si può percepire granché. Ho calpestato quei suoli con degli scarponi, non ho neanche la minima idea che suono facciano i piedi nudi contro la terra, oppure come sia il sapore del sangue, l'odore della polvere da sparo. Non ho nemmeno bisogno di statistiche, perché un numero così vasto di persone non posso figurarmelo. Posso solamente ripercorrere il cammino da loro svolto, far scorrere le dita sul legno dei loro letti, o porte di prigionia.

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39 punti

Dopo la visita ad Auschwitz ho sentito il bisogno di non perdere niente di questa esperienza così ho iniziato a scrivere tutte le cose che avevo visto e che mi avevano colpita per poterle imprimere indelebilmente nella mia memoria.1. Prima delle camere a gas venivano invitati a lasciare le proprie cose in ordine per trovarle più facilmente.2. L'80% dei deportati che arrivano al campo venivano condotti subito alle camere a gas, gli altri erano considerati abili al lavoro e andavano nei campi.3. Solo tra Auschwitz 1 e 2 c'erano 5 camere a gas

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Jaddy was here

Chiunque entri nel campo degli uomini di Auschwitz II-Birkenau può trovare Jaddy.Jaddy si trova nella terza baracca, sul lato sinistro, su una delle travi portanti; lo si potrà vedere inciso contro il legno scuro, spiccherà chiaro contro i colori spenti di quella che è stata la casa, la stalla delle migliaia degli uomini a cui non è stato concessa la vita – tutti gli uomini che hanno subito la decisione finale.

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Un prezzo

Penso ai deportati che camminavano nel fango; i loro piedi, come i miei, che affondavano nel fango, nudi. Mai più sarebbero stati puliti. Si sente la morte qua.

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