REGGIO EMILIA - AUSCHWITZ  2015

Diario

Terzo turno

Il treno è una visione laterale della vita ...

  “Il treno è una visione laterale della vita; non fai in tempo a vederla ed è già passata.” Paolo Rumiz

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Il silenzio di queste anime grida libertà

        

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Parole di Elie Wiesel

“Gli uomini non sono più umani, la vita non è più santa. Le parole sono vuote — vuote di verità, vuote di fede.”“Ci possono essere momenti in cui siamo impotenti a prevenire l'ingiustizia, ma non ci deve mai essere un momento in cui manchiamo di protestare.”Elie Wiesel  

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There’s no exit

 

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Ricordare

Vorrei potervi ricordare tutti. Vorrei poter dare un nome e un volto ciascuno. Vorrei avere pelle abbastanza per portare tutti i vostri numeri tatuati su di me. Tutti i vostri volti tatuati su di me. Vorrei portarvi con me. Vorrei potervi ricordare tutti.

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Recuperare il tutto

Personalmente ho vissuto, e sto vivendo, una mescolanza di sentimenti, pensieri, riflessioni, riflessioni poco lucide che si concretizzano in comportamenti, comportamenti che cambiano la mia persona, il mio essere, spero solo che a distanza di tempo riesca a recuperare il tutto, facendone la mia essenza.

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Piccole cose che tagliano il cuore

E’ difficile, per i ragazzi della mia generazione, capire veramente fino in fondo cosa sia la seconda guerra mondiale. Siamo cresciuti in un clima di (per lo meno) formale tolleranza verso il diverso e di generale tranquillità.

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Memoria indebolita

Campo di concentramento di Plaszow - - L’erba calpestata racchiude le lacrime degli innocenti, un pilastro le innalza fino al cielo, le conserva per non dimenticare. Ricorda. Labile memento scalfito dall’omertà. Palazzi, mondani edifici e negozi di mattoni circondano la collina, luoghi vivi, a soli poche centinaia di metri dal peso di un passato che viene in parte celato. È difficile camminare sull’erba di Plaszow, fra il fango nero, quasi sangue rappreso, relitto delle folle di uomini e donne brutalmente uccisi.

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Il bosco di Zbylitowska Gora

Vento, corrente pervasa da insolite note, afflati indistinti, che diffondendosi rendono l’aria pesante e sembrano provenire dalla terra che tenta di soffocarli.Rumori disarmonici riflessi in colori tetri, mortiferi. Foglie rosse, piante rampicanti rosse che avvinghiano i faggi, quasi impedendo loro di ondulare.

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Plac Bohaterow Getta

In questa piazza di un sobborgo desolato di Cracovia, 68 grandi sedie di bronzo disegnano una trama irregolare . Alte e vuote, senza nessuna utilità apparente, suscitano un senso di estraneità e disorientamento. Mi chiedo quale sia il loro senso, quale la loro funzione. Siamo nel cuore del ghetto costruito dai nazisti a Podgorze, il quartiere "sotto la montagna" in cui i 68 000 ebrei di Cracovia sono stati rinchiusi per poi essere inviati al campo di concentramento di Plaszow, o nelle camere della morte di Auschwitz o di Belzec.

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