REGGIO EMILIA - AUSCHWITZ  2015

Diario

Terzo turno

Nessuna esitazione

Tarnòw, una piccola cittadina che pare allegra: dalle case colorate e una piazza molto armoniosa.Un luogo che dovrebbe far pensare soloa cose belle, ma che di fatto cela sotto l'apparenza ordinata e tranquilla un tragico passato. Nella piazza, infatti, furono uccise dai nazisti moltissime persone, tra ebrei e altri cittadini considerati nemici del nazismo. I morti occupavano l'intera piazza, la morte aveva la meglio sulla vita e un fiume di sangue innocente scorreva nella via dei mercanti.

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Pensieri sparsi

Per me è stato significativo il fatto che nei cimiteri ebrei non si usi mettere i soliti fiori ma dei semplici sassolini, ed è stato bello com’è venuto istintivamente il volere di farlo anche a me. (FM)io penso che in realtà noi uomini di oggi non possiamo percepire sul serio la gravità di ciò che è avvenuto nella seconda guerra mondiale ma credo anche che sia importante visitare quello che è stata la “patria” per eccellenza di questo disastro per non dimenticare mai e per far si che tutto ciò non avvenga mai più. (s)

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Risposte dentro di sé

Alla domanda di Ferdinando Camon “Auschwitz è la prova della non esistenza di Dio?” Primo Levi rispose: “C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio” ma poi aggiunse a matita sul dattiloscritto:“Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo” a sottolineare il fatto che il senso dell'umano cercare non sia il trovare una risposta, che forse non può esserci, ma la ricerca stessa.

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Silenzio

Zbylitowska Gora. Questo è il nome di un comune bosco situato a Tarnow, nel sud della Polonia. Anzi, non è un comune bosco. E' un bosco di faggi longevi, scheletrici, logorati, impassibili. Non vi sono rumori al suo interno, solo silenzio. Quegli alberi paiono non voler dir nulla di loro, della loro vita e di ciò che hanno vissuto. Ma loro hanno visto e sentito tutto.

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Sono mai stato nazista?

Il viaggio della memoria Polonia del Sud, la Slesia, Cracovia, Auschwitz mi ha posto di fronte a degli interrogativi molto pressanti e mi hanno posto di fronte a precise responsabilità.Mentre camminavo con la mia carrozzina (sono un disabile motoria che deambulo con l'ausilio di una carrozzina) nel campo di sterminio di Auschwitz 2 - Birkenau sotto una pioggia gelida e pungente una domanda è venuta prepotentemente in mente: SONO MAI STATO NAZISTA? SI è stata la mia risposta. Ed ancora: ma come io disabile discrimino??! Si io Vincenzo Tota persona disabile discrimino!

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Cerchiamo il ricordo

 In certi luoghi, dove l'orrore é ancora avvertibile, non si può fare a meno di provare ad immaginare ciò che é successo. Cercare di immaginare il volto delle persone, le loro figure, la paura nei loro occhi, la luce della vita che sta per abbandonare il loro sguardo. E lo sguardo dei loro carnefici, la freddezza con cui viene perpetrata l'uccisione di migliaia di persone, in pochi minuti.

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A child is innocent

Oggi appena arrivata nel bosco di Zbylitowska Gora non sapevo cosa aspettarmi, non avevo idea che un luogo tanto bello potesse racchiudere tanto orrore. L’intero bosco era coperto da un cielo triste anche lui per l’orribile strage compiuta in quel luogo dalla ferocia nazista. Su alcune lapidi, posate all’interno di piccoli recinti, sono fissate le immagini di questi bambini innocenti strappati troppo presto alla vita. Camminare per quei luoghi è stato difficile, pensare al terrore negli occhi dei bambini e a ciò che devono aver provato in quel momento.

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Con un pigiama a righe

Oggi pomeriggio dopo essere andati a Tarnow siamo andati al bosco di Zbylitowska Gora, paesaggio mozzafiato ma che nasconde una storia cupa e inquietante, una storia di morte e di dolore, di lacrime e urla: la storia delle vittime dei Nazisti. Moltissimi film parlano di questi eventi, ma si tende spesso a guardare a questi come lontani, talvolta come surreali, al punto che da alcuni sono ritenuti dei racconti, delle esagerazioni di chi non aveva troppa simpatia per i Tedeschi.

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Ai bambini di Zbylitowska Gora

“Ancora oggi, ogni volta che poso lo sguardo su un bambino, sono sconvolto: dietro a lui vedo altri bambini. Affamati, terrorizzati, esangui, vanno verso la Verità e la Morte – forse è la stessa cosa – senza uno sguardo indietro: non si lamentano, non protestano, non implorano la pietà di nessuno. Come se fossero stanchi di vivere su una terra crudele, corrotta e malvagia dove la loro stessa innocenza li condanna a morte.

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L'impossibilità del pensiero

Abbiamo avuto l'occasione di visitare ed entrare in contatto con la realtà del campo di concentramento e del centro di sterminio, ma non possiamo riuscire veramente a comprenderli e a capirli. Rimane una distanza tra la nostra e quella realtà. Solo settant'anni dividono quel mondo dal nostro e oggi abbiamo visitato quel mondo, abbiamo camminato al suo interno, abbiamo provato a immedesimarci, a immaginare, eppure ci riesce impossibile. Questa impossibilità di comprendere, come tutte le cose ha un aspetto potenzialmente negativo e un altro potenzialmente positivo.

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